L’UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCE in versione restaurata

Il regista dei registi. Continua il nostro viaggio nella filmografia di John Ford con un capolavoro, un testamento spirituale, un’elegia nostalgica che è anche una lezione di storia: L’UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCE, 1962

Giovedì 26 GENNAIO, ore 20:30
THE MAN WHO SHOT LIBERTY VALANCE

L’uomo che uccise Liberty Valance
di John Ford [USA/1962, 123′]
vers. originale, sott. italiano

Ingresso unico: €6,00
Acquista online: http://bit.ly/3GWboav

Introducono:
ALBERTO CRESPI
Critico cinematografico, autore e conduttore di HOLLYWOOD PARTY [RaiRadio3]
IVAN CIPRESSI
Libreria di Cinema, Teatro e Musica

Serata in ricordo di Luigi Lagrasta

Il senatore Ransom Stoddard (James Stewart) torna nella remota Shinbone per l’ultimo saluto all’amico Tom Doniphon (John Wayne). Qui rievoca, davanti a un gruppo di giornalisti, il suo passato di giovane avvocato idealista e la lotta insieme a Tom contro il violento fuorilegge Liberty Valance (Lee Marvin). 

Wayne e Stewart interpretano il proprio personaggio con il genio che gli conosciamo e in un perfetto equilibrio drammatico. Incarnano nello stesso film due dei principali tipi d’uomo che l’opera di Ford fa vivere (di solito separatamente): il pioniere, l’uomo d’azione eroico e solitario e il cittadino responsabile, che mette il suo ideale, la sua abilita’ e la sua inegruta’ al servizio della comunita’ (personaggio di cui Lincoln, secondo Ford rappresenta il piu’ alto esempio). Corrispondenti a due tappe essenziali e successive della storia americana, si vedono qui riuniti in uno stesso racconto grazie alla costruzione a flashback del film.

Ed e’ meraviglioso che il regista si trovi cosi’ a proprio agio in un western relativamente in spazi chiusi come questo (la cui scenografia principale e’ un ristorante e la sua cucina). La semplicita’ e la forza del film non impediscono che sia pieno di domande e di risvolti complessi (Hallie ama Doniphon piu’ di Stoddard? La Storia non e’ che una serie di falsificazioni piu’ o meno gloriose?) che vena di malinconia e anche di una certa amarezza e che, senza lontanamente nuocere alla sua architettura complessiva, lo arricchisce in maniera indimenticabile. [Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinema]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
via Bellinzona 6 – BOLOGNA
parcheggio gratuito in cortile interno