IL MATRIMONIO DI MARIA BRAUN, Fassbinder in versione restaurata al Cineclub Bellinzona di Bologna

Giovedì 29 novembre, alle ore 20:45 rivive sul grande schermo del Cineclub Bellinzona Bologna un capolavoro di Fassbinder in versione restaurata.

IL MATRIMONIO DI MARIA BRAUN
‘Die Ehe der Maria Braun’ di R. W. Fassbinder [Rft/1978, 120′]
lingua originale, sott. italiano
Biglietto unico: €6,00
introduce: Emanuela Marcante

1943. Hermann Braun (Klaus Löwitsch) e Maria (Hanna Schygulla) si sposano in pieno secondo conflitto mondiale. Hermann, però, viene dato per morto, per cui Maria si affida alle cure e all’affetto di un sottoufficiale nero, Bill (George Eagles). Hermann, a sorpresa, ricompare proprio nel bel mezzo di un rapporto sessuale tra Maria e lo stesso Bill: quest’ultimo, però, muore in seguito a una colluttazione, per mano dell’amata. Hermann si addossa allora ogni responsabilità e finisce in carcere, mentre Maria si ripromette di aspettarlo per poter ricostituire il nucleo familiare.

Forse il film più importante in assoluto firmato da Rainer Werner Fassbinder è un magistrale punto d’incontro tra il melodramma hollywoodiano di stampo classico e la parabola metaforico-sentimentale che il regista ha sempre praticato nel corso della sua carriera, declinandola in varie forme. L’esperienza biografica di Maria Braun, un nome estremamente comune in Germania, ha una valenza che, non a caso, è più che simbolica, quasi paradigmatica: nel suo oscillare tra la normale gestione degli affari domestici, il legame con il marito scomparso e la spinta a un domani migliore al fianco di qualcun altro, Maria incarna lo sbandamento di una Germania post-bellica tutta da ricostruire. Tale dimensione allegorica, lontana da ogni intellettualismo pretestuoso, è ciò che fa fare il salto di qualità definitivo a Il matrimonio di Maria Braun, che riesce inoltre a unire la storia provocatoria alla dimensione del romanzo popolare tout court. Un film esplosivo, incandescente, pieno di momenti memorabili, diretto con passione inesauribile e impareggiabile e con la sicurezza sfacciata di un lungometraggio che si potrebbe davvero definire bigger than life. In una parola, direbbero gli appassionati del regista tedesco, fassbinderiano, in tutto e per tutto. Il regista, infatti, non risparmia zampate di puro genio, come il finale, irrisolto e spiazzante, sospeso tra la fatalità e la consapevolezza deliberata di un gesto e di una scelta. Nell’esplosione montata in contemporanea con la vittoria della Germania ai Mondiali di Calcio del 1954, sono contenute tutte le ombre di un’ironia tragica e spietata. Eccezionale Hanna Schygulla, premiata al Festival di Berlino nel ruolo che più di ogni altro contribuì a renderla famosa in tutto il mondo. [Longtake]

«Il cinema di Fassbinder è quello della relatività, della continua rimessa in questione dei valori: IL MATRIMONIO DI MARIA BRAUN è una successione di colpi di scena, tesi a contraddire l’immagine che dei personaggi e degli avvenimenti si facevano gli spettatori nella scena precedente.

Da una parte il melodramma, dall’altra la Storia. Con le sue contraddizioni, la sua ambiguità, lo splendido personaggio di Hanna Schygulla rimanda continuamente lo spettatore da uno all’altra, come in un gioco perfetto di specchi, di rimessa in questione delle verità. Fassbinder ci racconta così della storia della Germania, ma senza sbilanciarsi troppo. Con quella testimonianza, cioè, che è più del poeta che dello storico. Il cinema di Fassbinder, definito così spesso incostante, barocco, frettoloso sembra raggiungere qui una sua maturità insperata. E dimostrarsi uno dei più radicati nella realtà del proprio tempo.

Raffinato creatore di atmosfere (si pensi all’uso fertilissimo dei suoni, della colonna sonora, oppure a quello della profondità di campo; o ancora alle immagini sfumate, che il regista mette a fuoco progressivamente, collegando a delle zoomate, che gli permettono di rendere perfettamente l’ambiguità delle situazioni, la duplicità dei significati) Fassbinder riesce ad essere crudamente realistico: ma per intervenire su questa realtà, per modificarla, per renderla, paradossalmente, astratta. Magico manipolatore del privato e del sociale egli riesce ad intervenire contemporaneamente sul mondo della coscienza degli individui e su quello del potere, della conduzione dei destini collettivi.

Tutto questo, come spesso accade nel cinema tedesco, senza cadere nella fredda enunciazione saggistica e nello schematismo. Raccontare una storia, in un ambiente che la significhi: dai primi anni del cinema, è il segreto per far parlare le immagini. E questo Fassbinder sembra conoscerlo perfettamente.» [Fabio Fumagalli]

giovedì 29 novembre, ore 20:45
CINEMA TEATRO BELLINZONA
via Bellinzona 6 – BOLOGNA

parcheggio gratuito in cortile interno