LAWRENCE D’ARABIA in versione restaurata – 60° ANNIVERSARIO

Poetico, onirico, epico.
Il kolossal di David Lean compie 60 anni e torna nella sala del Cineclub Bellinzona in tutto il potente splendore visivo del Super Panavision 70! LAWRENCE OF ARABIA [1962], vincitore di 7 premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Regia, merita di essere celebrato sul grande schermo

GIOVEDÌ 20 GENNAIO
▷ ore 20:00 – LAWRENCE OF ARABIA
di David Lean [GB/1962, 226′]

versione digitale restaurata
in lingua originale, sott. italiano

durante l’INTERVALLO sarà servito un caldo ☕☕ TÈ NEL DESERTO ☕☕ nel chiostro adiacente alla sala!

BIGLIETTO: €6,00/5,00
PRENOTA l’ingresso: https://bit.ly/3mAtB3u
o ACQUISTA il biglietto: https://bit.ly/337buvQ


Arabia Saudita, 1916. Il tenente dell’esercito britannico Thomas Edward Lawrence (Peter O’Toole) è incaricato di fomentare la rivolta dei beduini contro l’impero ottomano. Dopo l’eccezionale conquista di Aqaba, la missione si trasforma per lui nel sogno di costruire una nazione araba indipendente. Un sogno destinato a fare i conti con la dura realtà politica. 

«Cosa vi è al cuore di “Lawrence d’Arabia”? Non il fascino di un melodramma epico, né le prodezze di imprese guerresche. Crediamo, invece, vi sia un’immagine o, meglio, l’idea di una sua possibilità: su un panorama dipinto a larghe fasce orizzontali, che sfumano, tremando, le une nelle altre come in un olio di Rothko, si leva una figura, un breve scarabocchio che infrange d’un tratto la monocromia del cielo. David Lean deve aver presentito la forza di una simile scena, con l’occhio dello spettatore intento a scrutare, assieme ai personaggi, il controcampo sullo schermo panoramico, a forzare la vista in quella che Mario Sesti ha definito “la pura drammaturgia dello sguardo, la pulsione del vedere senza limiti e di scoprire, capire e sentire il reale attraverso l’atto del vedere”.

Ed ecco lo stupendo paradosso di un film, che, nell’istante in cui apre lo sguardo alla sua massima estensione, ne denuncia la vaghezza irriducibile, come se lo sforzo per decifrare un’illusione fosse l’inderogabile pegno di una visione illimitata. In questa sorta di principio di indeterminazione dello sguardo, Lean duplica l’ambiguità di un’architettura filmica, che, tendendo, come visto, all’espressione del più alto contenuto informativo, moltiplica oltremisura la leggibilità delle immagini, sino alla bizzarria di un protagonista sempre esplicito nei proferimenti, che sfugge a qualunque catalogazione, se non quella che egli stesso inventa per sé di volta in volta.» [Matteo Pernini, ondacinema.it]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
Via Bellinzona 6 – BOLOGNA
parcheggio gratuito in cortile interno