* evento rimandato *LES DEUX AMIS, l’opera prima di Louis Garrel

L’opera prima di Louis Garrel. Uno stralunato triangolo fra amicizia e amore in una Parigi notturna e malinconica. Lunedì 2 MARZO, alle ore 20:45, DUE AMICI (Les deux amis).

LES DEUX AMIS (Due Amici) di Louis Garrel
Francia | 2015 | 100′
versione originale, sott. italiano

ingresso: €5,50
ridotto: €4,50 | Alliance Française, Card Cultura, Studenti, Soci Coop, AssoDoc, Metro-Polis, Abbonati Arena del Sole

Opera prima di Louis Garrel liberamente ispirata a ‘Les caprices de Marianne’ di Alfred de Musset, è uno studio su precarietà e ineluttabile esclusività dell’amore.

Mona (Golshifteh Farahani) è una giovane donna senza passato e, forse, senza futuro. Di lei non sappiamo da dove viene né cosa ha fatto per meritarsi di vivere in un regime di semilibertà: di giorno serve torte al limone e panini in un bar di Gare du Nord; di notte torna in carcere. Di lei, bellissima e tutta presa dai suoi problemi, si innamora Clément (Vincent Macaigne), un uomo ai margini della società, candido, stralunato e romantico. Ostinatosi, non senza una certa goffaggine, a vincere la ritrosia della sua amata che lo rifiuta e sembra preoccupata solo di non perdere il treno dopo il lavoro, chiede consiglio all’intimo amico e sodale Abel (Louis Garrel), un parcheggiatore con velleità di scrittore e una relazione disimpegnata con una ragazzina che fa ancora il liceo. Questo ultimo spinge l’amico a ‘forzare’ la situazione, impedendo a Mona di prendere il treno che deve riportarla in prigione (ma i due amici questo non lo sanno). Le conseguenze del gesto non riguarderanno solo il destino di lei, ma anche l’amicizia fra i due uomini e un sentimento che somiglia molto all’amore.

«Abel. Sembra essere questo il nome scelto da Louis Garrel per il suo personaggio nei film come regista, per ora due. Del resto il padrino è un tale di nome Jean-Pierre Léaud, che di nom de plume, declinato in variazione cinematografica, se ne intende. Per un azzardo distributivo, arriva nelle sale italiane come seconda la sua opera prima, Due amici. Un film che dimostra il suo debito nei confronti dei grandi autori della nouvelle vague, un triangolo amoroso con al centro, ce lo suggerisce il titolo, più la storia di amicizia che quella d’amore. […]

Ogni mossa nei confronti di lei viene confidata e concordata dai due, come in ogni amicizia vera che si rispetti. Sono due osservatori della varia umanità di una città variegata come Parigi, alle prese con un mestiere eternamente di passaggio, in cui la malinconia è presenza costante, nobilitata però da un’ironia sottile e irresistibile. Di questo va dato merito, ovviamente, a Garrel stesso, agli attori, ma anche ad alcuni collaboratori illustri, come Christophe Honoré, che ha sceneggiato il film insieme al regista, e Philippe Sarde, autore di colonne sonore meravigliose come ‘L’inquilino del terzo piano’, che disegna una partitura musicale in cui i tre protagonisti si muovono a perfezione.

Due amici dimostra la complessità di mantenere in vita un’amicizia così stretta, come fosse una storia d’amore, cercando di superare, anche se è una missione persa in partenza, le piccole e grandi meschinità di ognuno di noi. Garrel si lascia andare a citazioni e omaggi, sempre funzionali, come la scena più bella del film, con i tre sulle barricate come comparse in un film sul maggio parigino del 1968, in un momento di cinema nel cinema esilarante e raffinato. È nato un autore, su questo non ci sono dubbi, come ha confermato il suo film successivo, magari più maturo e sofisticato, ma privo della sincerità irresistibile di questo terzetto di anime perse nella notte parigina.» [Mauro Donzelli, comingsoon.it]

Benché il film, ispirato alla pièce di Alfred de Musset Les caprices de Marianne, possa sembrare un’operetta lieve sul cliché del triangolo amoroso che storicamente ossessiona soprattutto i francesi, è, in verità, uno studio profondo sull’amore (l’amore erotico e l’amore amicale) condotto da una prospettiva rigorosamente maschile. Quello che i due amici, uniti da un legame simbiotico, insieme scoprono non è solo che l’amore non può essere calcolo, ma anche che l’amore non può mai essere triangolare.

C’è un’esclusività crudele in tutti gli amori: quello amicale come quello erotico. La questione che si pone, il dilemma che lacera e rovescia la condizione di quiete precedente all’irruzione della donna, non è mai chi ama o dovrebbe amare lei, ma chi preferisce o dovrebbe preferire lui, se il rapporto di amore (identico nelle dinamiche e nelle meccaniche a quello erotico, pur senza eros) con l’amico o quello con la donna ora scoperta come oggetto di desiderio amoroso. In ogni caso, qualunque scelta si faccia, non vi è spazio per l’elemento dispari. L’amore ha una natura non solo precaria, questo già si sapeva: Louis Garrel ci dice anche, e soprattutto, che l’amore ha una natura ineluttabilmente duale ed escludente senza possibilità di sfumature intermedie. È un dentro o fuori. È un aut aut che non risparmia neanche l’amicizia, e non la colloca in un campionato a parte. [Carolina Iacucci, cinematographe.it]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
Via Bellinzona 6 – BOLOGNA

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