AGNUS DEI di Anne Fontaine • Fedi in Gioco 2017 • Ingresso gratuito

AGNUS DEI di Anne Fontaine [FRA-POL/2016, 115′], giovedì 9 novembre, ore 20.45
INGRESSO GRATUITO

introduce: don Andrea Bigalli [Radio Toscana]

Il terzo e ultimo appuntamento della mini-rassegna FEDI IN GIOCO, organizzata dall’ACEC in collaborazione con il Religion Today Film Festival, ci riporta all’atrocità degli stupri dell’Armata Rossa in marcia verso Berlino. Ambientato in Polonia nel dicembre del 1945, Agnus Dei segue l’intenso incontro di donne che si sviluppa tra le mura di un convento sotto le nevi d’inverno. Seguendo il filo di un cinema attento alle pieghe di una realtà sfaccettata e meticcia, però, varrà la pena di rimarcare che l’unico personaggio maschile è un medico ebreo, solidale con le suore del paese che non ha impedito i massacri del ghetto di Varsavia.

Coproduzione franco-polacca, il film di Anne Fontaine è ispirato alla vera storia di Madeleine Pauliac, ufficiale medico della Croce Rossa francese, che qui rivive nel personaggio di Mathilde Beaulieu (Lou de Laâge), in servizio in Polonia per curare i connazionali feriti al fronte. Avvicinata da una novizia in cerca d’aiuto per una sorella, nel dicembre 1945 la giovane dottoressa, contravvenendo al regolamento, si reca al convento, dove presterà soccorso ad alcune religiose violentate dai soldati russi, aiutandole a partorire.

Il vuoto, il silenzio, l’assenza e la sofferenza sono raccontati attraverso una fotografia violentemente dolorosa, fatta di paesaggi e ambienti freddi e spenti. Le scene però via via acquisiscono calore man mano che cresce e si consolida la fiducia e l’unità tra le suore e il medico. Un ottimo cast artistico, composto anche da eccellenti attrici polacche, come Agata Buzek (suor Maria) e Agata Kulesza (la madre badessa), riesce a descrivere in modo straordinario tutte le sfomuture umane ed emotive della storia.

Pur senza pretendere di offrire un giudizio definitivo sul fatto religioso, Agnus Dei racconta in modo equilibrato e sensibile una storia terribile e complicata sia da un punto umano che da un punto di vista spirituale. Il film, oltre ad essere toccante e profondo, riesce a non scadere mai in una facile e troppo scontata critica al fatto religioso. Al contrario esplora con onestà il concetto di fede e provvidenza e lascia allo spettatore il giudizio finale, mentre si concentra con attenzione sul valore della vita e del sacrificio colti da un punto di vista squisitamente femminile.