UN GIORNO ALL’IMPROVVISO, il piccolo grande gioiello di Ciro D’Emilio

Giovedì 4 aprile, alle ore 20:45, a proseguimento del percorso ‘#ProvaaPrendermi – desideri, paure e inquietudini dei giovani’, il Cineclub Bellinzona Bologna incontra il regista CIRO D’EMILIO per la proiezione del suo bellissimo UN GIORNO ALL’IMPROVVISO!

UN GIORNO ALL’IMPROVVISO
di Ciro D’Emilio [ITA/2018, 90′]

ingresso: €5,50
ridotto: €4,50 [Soci Coop, Studenti Universitari, Metro-Polis, AssoDoc, Arena del Sole]

•• sarà presente in sala il regista Ciro D’Emilio ••

Un giorno all’improvviso, il film diretto da Ciro D’Emilio, racconta la storia di Antonio (Giampiero De Concilio), diciassettenne con un sogno: essere un calciatore in una grande squadra. Vive in una piccola cittadina di una provincia campana, una terra in cui cavarsela non è sempre così facile. A rendere ancora più complessa la situazione c’è la bellissima Miriam (Anna Foglietta), una madre dolce ma fortemente problematica che lui ama più di ogni altra persona al mondo. Inoltre Carlo (Fabio De Caro), il padre di Antonio, li ha abbandonati quando lui era molto piccolo e Miriam è ossessionata dall’idea di ricostruire la sua famiglia.

«Ha solo trentadue anni Ciro D’Emilio, ma ha le idee chiare, molto chiare. Sa bene il cinema che vuole fare e soprattutto che non vuole fare. E il cinema che non vuole fare è quello del ricatto morale, del patetismo, della retorica legata a certa periferia campana dove i figli scontano le colpe dei padri, le pistole sparano, i malavitosi imperversano, le facce e le strade sono brutte e scure, e la gioia non esiste più. Guarda invece ai padri del realismo belga e britannico, e agli indipendenti americani, l’assistente di Sollima, Cupellini e Comencini, ma i Dardenne de Il figlio, il Loach di Sweet Sixteen o il Dito Montiel di Guida per riconoscere i tuoi santi non li copia come uno studentello diligente del DAMS o del Centro Sperimentale di Cinematografia. Non ne imita i movimenti di macchina, l’ossessione per i “pedinamenti”, l’ineluttabilità dei destini rappresentati oppure il disincantato o l’ironia.
No, fa da sé l’esordiente di vicino Pompei, e chi fa da sé far per tre. La storia di adolescenza rubata che narra è “sua, sua”, e diventa ben presto “nostra, nostra”, perché dal primo all’ultimo frame siamo come inchiodati a guardare il mondo con gli occhi di Antonio, ragazzo cresciuto troppo in fretta a cui la macchina da presa, più che incollarsi, si consacra, non cedendo mai alla tentazione di creare una distanza che passi attraverso il giudizio.» [Carola Proto, comingsoon.it]

«Un giorno all’improvviso, opera prima di Ciro D’Emilio presente nella sezione Orizzonti – seguendo la traccia di altri film italiani esordienti come Manuel di Dario Albertini (Venezia 74) e Saremo giovani e bellissimi di Letizia Lamartire (Venezia 75) – ritrae l’esordio alla vita adulta attraverso la perdita della figura materna come bussola essenziale, come forza di gravità. Mentre prova ad aprirsi un sentiero vero e proprio a Napoli – dove il calcio e il senso di squadra diventano l’unica mobilità possibile – Antonio si prende cura della sua problematica e psicologicamente instabile madre, Miriam (Anna Foglietta), con cui al di là di tutto ha un bellissimo rapporto di complicità. Sembra che lui cammini su una corda, guardando sempre davanti e lottando per non perdere l’equilibrio; il suo quotidiano è un costante incontro tra diverse forze della natura – la madre e le sue crisi nervose, gli amici che gli chiedono tempo e attenzione, le pretese del suo primo amore, la figura pendolare di un padre assente che arriva e poi torna indietro – che lo spingono in direzioni contrarie. Ma anche se lui sa bene dove vuole arrivare, a volte i venti sembrano soffiare troppo forte, destabilizzando il cammino e rischiando di fargli perdere il senso d’orientamento, la traccia del sentiero, il suo personale nord. Ma così come la machina da presa non lo perde mai di vista, Antonio continua a guardare davanti, a fissare gli occhi all’orizzonte, a rimettersi diritto sulla corda e continuare a passo fermo». [Paula Frederick, sentieriselvaggi]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
via Bellinzona 6 – BOLOGNA