THE FLORIDA PROJECT di Sean Baker, i bambini e la periferia americana

Giovedì 25 ottobre, alle ore 20:45, il Cineclub Bellinzona di Bologna porta in sala uno dei più bei film sull’infanzia, un film che riprende il mondo all’altezza dei piccoli: THE FLORIDA PROJECT di Sean Baker; a presentarlo sarà Alessandro Dall’Olio, poeta, giornalista e scrittore bolognese.

THE FLORIDA PROJECT [Un sogno chiamato Florida]
di Sean Baker – USA/2017, 111′
vers. originale, sott. italiano
ingresso: €5,50
ridotto: €4,50 [Soci Coop, AssoDoc, Studenti universitari]

Il film  racconta la storia di Moonee (Brooklynn Prince), Scooty (Christopher Rivera) e Jancey (Valeria Cotto), tre bambini che vivono nella degradata periferia di Orlando, Florida, tanto vicina alla capitale mondiale delle vacanze, Disney World, quanto lontana dal gioioso e spensierato benessere dei suoi parchi tematici, spettacoli e resort.
I piccoli protagonisti hanno circa sei anni e riescono ancora a trasformare una realtà fatta di fast food, trash televisivo e quotidiana miseria in avventura, animati da quello spirito di possibilità e di intraprendenza tipico dell’infanzia.
Così, le loro vacanze estive si riempiono di sorprese e vivacità, mentre la dimensione degli adulti è costellata di problemi. In particolare la vita della giovane mamma di Moonee, Halley (Bria Vinaite), che oscilla sul labile confine tra legalità e crimine. I problemi non mancano neanche nella vita di Bobby(Willem Dafoe), il manager del Magic Castel Hotel dove vivono Halley e Moonee, che cerca di tenere sotto controllo la situazione.

Willem Dafoe and Brooklynn Prince in ‘The Florida Project” from EPK.tv

«Ammettiamolo: il suo THE FLORIDA PROJECT è uno dei migliori film sull’infanzia di sempre, un film fatto da un adulto, certo, ma un film ad “altezza bambino”: tecnicamente (perché la macchina da presa dista da terra poco più di un metro e venti) e metaforicamente, dal momento che il regista è quasi sempre con la sua impertinente Monee (Brooklynn Prince) e con i suoi amichetti Jancey e Scooty, e con loro bighellona fra le insegne, i bar a forma di cup cake, i muri da scavalcare, i palazzi abbandonati da incendiare. E parla e agisce anche come parlano e agiscono loro, visto che il suo stile diventa mosso quando li sorprende in momenti di vivacità per poi rallentare e sfiorare la monotonia in accordo con il tempo della noia e della stasi.

Anche se la condizione in cui versa la sua piccola umanità è lo specchio del fallimento del capitalismo, ostentato nella sua dimensione più kitsch e grottesca, i suoi personaggi hanno un che di universale, perché in loro si intravedono i piccoli uomini e le piccole donne de “La guerra dei bottoni”, “It”“Le avventure di Huclkeberry Finn”, e le loro caratteristiche sono quelle dei bambini di ogni luogo e di ogni tempo: la libertà, la determinazione, la gioia e il gioco come balsamo che lenisce il dolore. E l’immaginazione. Già, più di ogni altra cosa l’immaginazione, la fantasia, che nel film trasforma lo slum da 35 dollari a notte in un Oz comprensivo di streghe (gli assistenti sociali) e di magnanimi compagni d’avventura (il manager Bobby di un magnifico Willem Dafoe, padre riluttante ora dolce ora scostante).

Oltre ai bambini, che ci guardano con gli occhi di chi sta crescendo troppo in fretta e che hanno la dignità dei loro “fratellini” del nostro neorealismo, Un sogno chiamato Florida è un film di donne, donne sbagliate ma forti, donne senza boyfriend ma che ancora riescono a ridere, donne che sono madri imperfette, infantili ma tanto affettuose, e che, perfino quando fanno cose orribili, sono insostituibili, e questo Baker lo sa e ci tiene a dirlo, ed ecco perché il rapporto fra Halley dai capelli rosa e verdi (Bria Vinaite) e la sua bimba che parla come Carter di South Park è davvero l’ombelico del film, il suo grumo di “pietas”, quell’albero caduto ma che ancora può crescere che la giovanissima protagonista della storia preferisce a tutti gli altri.» [Carola Proto, Comingsoon.it]

 

CINEMA TEATRO BELLINZONA
via Bellinzona 6 – BOLOGNA
parcheggio gratuito nel cortile parrocchiale interno