PICNIC AD HANGING ROCK in versione restaurata al Bellinzona

«Sebbene il giorno di San Valentino sia in genere dedicato allo scambio di regali e ad affari di cuore, sono trascorsi esattamente tredici anni da quel fatale sabato in cui un gruppo di circa venti allieve e due insegnanti partì dall’Appleyard College sulla strada di Bendigo per un picnic ad Hanging Rock. Una delle insegnanti e tre ragazze scomparvero nel pomeriggio. Solo una venne poi ritrovata…»

Martedì 28 maggio, alle ore 20:45, torniamo in gita al suggestivo gruppo roccioso dell’Hanging Rock per rivedere una pietra miliare della cinematografia australiana che ha saputo tradurre per immagini il testo ermetico e affascinante di Joan Lindsay.

PICNIC AT HANGING ROCK
di Peter Weir [Australia/1975, 107′]
versione originale restaurata, sott. italiano

biglietto unico: €6,00

PREVENDITE: una locandina dell’evento in regalo a chi acquista il biglietto in prevendita domenica 26 maggio, dalle ore 17:00 alle ore 21:00, presso la biglietteria del Cinema.

Opera ancora attuale, racconta meglio di altre la paura dell’alterità e la resistenza paradossale verso tutto ciò che minaccia i confini delle nostre identità nazionali. 

«Dopo un lungo apprendistato nella forma breve tra cinema e televisione, Peter Weir affronta il suo secondo lungometraggio destinato ad una distribuzione cinematografica ad un anno di distanza dall’insuccesso del visionario  “The Cars That Ate Paris”. È Patricia Lovell a stimolarlo, passandogli una copia del romanzo scritto otto anni prima dalla Lindsay, dopo aver visto “Michael“, il segmento che il cineasta australiano aveva girato per il film collettivo “Three to Go”, perturbante commistione tra violenza documentaria e metacinema, nella direzione del “Wargame” di Peter Watkins, dove al Kent dilaniato dalla guerra nucleare di quest’ultimo si sostituisce una Sidney incendiata e sotto assedio, tra istanze rivoluzionarie, manipolazione mediatica e repressione di Stato.  Quel luogo di passaggio tra realtà e immaginario ideato per Il Commonwealth Film Unit, colpisce la giornalista australiana, tanto da indurla a convincerlo a lavorare sul testo della Lindsay. Dopo aver ottenuto il consenso dalla scrittrice e opzionato l’esclusiva sul testo per una cifra ridicola, Peter Weir e la Lovell mettono insieme il cast, compiono i primi sopralluoghi e cercano i finanziamenti, coinvolgendo numerose film corporation del paese. A scrivere la sceneggiatura è un autore televisivo, Cliff Green, che dopo Picnic lavorerà per due film di Ken Hannam, tra cui “Summerfield”, thriller che risente in qualche modo dell’influenza del film di Weir, per poi ritornare senza interruzioni alla produzione televisiva.

Le riprese di “Picnic at Hanging Rock cominciano nel febbraio del 1975 e si protraggono per sei settimane. Insieme a Russell Boyd, direttore della fotografia di molti suoi film fino a “The Way Back”, Weir cercherà quella qualità pittorica di cui parlavamo, frapponendo una serie di ostacoli della visione alle lenti: tessuti, veli da sposa, filtri “materiali” in grado di creare una convergenza tra la tattilità del pennello e l’evanescenza della dagherrotipia. Più che al mistero Weir è interessato all’influenza che questo esercita sui personaggi e gli ambienti. Nella costruzione di un’atmosfera sempre più claustrofobica, segue le indicazioni della Lindsay creando un incubo in pieno sole e spostando l’enfasi dalla consapevolezza dei fatti all’impalpabile tensione tra oggetti, persone e natura. È lo stesso Weir, nell’intervista rilasciata a Sight & Sound nella primavera del 1976, a rivelare il suo interesse per le atmosfere a discapito dei personaggi. Una prassi che conduce lo spettatore a riconoscere lentamente la presenza di un’entità immateriale grazie agli strumenti semantici messi in gioco.» [Michele Faggi, IndieEye.it]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
via Bellinzona 6 – BOLOGNA
–> l’area del parcheggio riservato sarà chiusa causa allestimento Festassieme 2019