LA VIA LATTEA di Luis Buñuel

Testi sacri e apocrifi, eresie, scienza e religione, superstizioni e dissacrazioni si mischiano in un gioco bizzarro e surrealista, scomodo come pochi! LA VIA LATTEA di Luis Buñuel torna sul grande schermo del Cineclub Bellinzona di Bologna, giovedì 31 marzo, alle ore 20:30!

Giovedì 31 marzo, ore 20:30
LA VIA LATTEA (La Voie Lactée)
di Luis Buñuel [FRA/1969, 102′]

vers. originale, sott. italiano

introduce: PIERO DI DOMENICO
critico cinematografico SNCCI, giornalista del “Corriere” di Bologna, Docente DAMS Cinema

BIGLIETTI: €6,00/5,00

I due vagabondi Pierre (Paul Frankeur) e Jean (Laurent Terzieff) percorrono il Cammino di Santiago, millenaria rotta di pellegrinaggi che collega Francia e Spagna. Durante il viaggio incontrano personaggi di varie epoche storiche legati alle eresie che hanno attraversato la cristianità nel corso dei secoli.

‘Tra i boschi, le strade asfaltate, nelle locande, all’ombra delle imponenti cattedrali gotiche che celebrano la magnificenza divina, i vari personaggi, semplici, incrociati dai pellegrini, discettano dei massimi sistemi confessionali. Tutto autentico, garantisce il regista nella scritta finale: le citazioni di testi e scritture sono reali. Tutto vero e parte di quella coesistenza degli opposti, teorizzata da Breton, che Buñuel prende e rimescola nel suo caleidoscopio surrealista. Convivono presente e passato, luoghi diversi, la vita di Gesù Cristo, scene dell’inquisizione medioevale. L’anacronismo è del resto l’elemento su cui si fonda il romanzo picaresco di riferimento, il Don Chisciotte della Mancia, e Buñuel ci mostra Gesù che vorrebbe radersi la barba, con rasoio e pennello, ma la Madonna glielo vieta, per preservarne l’iconografia.

I due viandanti, Pierre e Jean, sono come spettatori passivi di tutto, osservano quei conflitti dogmatici e teologici, che Buñuel rende come estremamente sterili. Nell’opposizione ai dogmi, agli assiomi precostituiti rientra la libertà stessa del surrealismo, eresia anche nella forma cinematografica, così come il libertinismo e l’illuminismo materialista del Marchese de Sade, figura cara a Buñuel, che qui compare con le fattezze di Michel Piccoli, sulla quale avrebbe voluto fare un film. Il regista ebbe a dire che tutta la sua filmografia è da considerarsi come un ponte tra L’âge d’or e La via lattea, dove in effetti porta a compimento un cinema dalla non linearità narrativa, dalla narrazione che si gioca su diversi livelli. Ambiguo e aperto il finale, con quell’inquadratura sull’erba, dopo che i ciechi che si credevano miracolati da Gesù si rivelano come ancora non vedenti. Ma Buñuel non è mai schematizzabile e in questo film, come in tutto il suo cinema, è sbagliato cercare risposte, rimangono le domande.’ [Giampiero Raganelli, Quinlan.it]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
Via Bellinzona 6 – BOLOGNA
parcheggio gratuito in cortile interno