LA STOFFA DEI SOGNI – incontro con Donatella Allegro

Giovedì 31 gennaio, alle ore 20:45, l’attrice bolognese Donatella Allegro [www.donatellaallegro.it] presenta ‘LA STOFFA DEI SOGNI’ di Gianfranco Cabiddu, un film ispirato a ‘L’Arte della commedia’ di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione de ‘La Tempesta’ di William Shakespeare

Durante una tempesta un battello postale con a bordo quattro detenuti, una piccola compagnia teatrale a conduzione familiare e quattro marinai fa naufragio sull’isola carcere, che poi è l’Asinara, dov’era diretta. Il capocomico Oreste Campese (Sergio Rubini), minacciato, è costretto a far passare i detenuti, dei camorristi, per attori della sua compagnia. Il direttore del carcere, De Caro (Ennio Fantastichini), non è convinto del racconto di Campese e lo invita a mettere in scena La tempesta di William Shakespeare convinto che in questo modo riuscirà a smascherare i criminali infiltrati nella compagnia.

LA STOFFA DEI SOGNI
di Gianfranco Cabiddu [ITA/2016, 101′]
Ingresso: €5,50
Studenti, Soci Coop, Asso-Doc, Metro-Polis, Arena del Sole: €4,50

«È infatti un omaggio a Shakespeare e a Eduardo De Filippo e, quindi, un omaggio al teatro (meta e non). La trama è costruita mescolando con passione, generosità e sapienza due opere: La tempesta, considerata l’opera di commiato di Shakespeare dall’universo teatrale da lui creato, e L’arte della commedia, scritta da De Filippo nel 1964, in cui il grande uomo di teatro napoletano aveva preso di mira la censura imposta dalle istituzioni e la loro miopia. Vale la pena di ricordare tra l’altro che De Filippo realizzò una traduzione in napoletano della Tempesta, che qui viene utilizzata nella messa in scena della messa in scena. E non è tutto. Il film rende omaggio anche all’isola, l’Asinara, e con lei a tutte le isole, luoghi di confine dove l’opera dell’uomo è costretta da sempre a misurarsi con forze ancestrali. Del resto era così anche nel capolavoro di Shakespeare.

Il film di Gianfranco Cabiddu offre molti spunti, ma il regista non sale mai in cattedra e ci fornisce tanti strumenti per giocarci. Il direttore del carcere De Caro è Prospero, ma anche Campese è Prospero, sulla scena. Il capocomico, però, è anche Eduardo. Tra l’altro, un Rubini molto scavato lo ricorda senza fargli il verso. Un altro pregio del film è che gli attori, soprattutto Rubini e Fantastichini, scompaiono completamente dentro i loro personaggi, come succede nel miglior teatro. E, a loro volta, i personaggi scompaiono di fronte alla forza ancestrale della natura, che esplode in ogni scorcio della meravigliosa isola sarda.» [Piero Zardo, internazionale.it]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
via Bellinzona 6 – BOLOGNA
parcheggio gratuito in cortile interno