KES, il capolavoro di Ken Loach in versione restaurata

Al settimo posto nella lista dei cento migliori film britannici del XX secolo stilata dal British Film Institute. Il film preferito di Krzysztof Kieslowski. Un film immenso.

Giovedì 17 ottobre, ore 20:45
KES di Ken Loach
[Gran Bretagna/1969, 113′]
versione digitale restaurata
, supervisionata e approvata da Ken Loach e dal direttore della fotografia Chris Menges • lingua originale, sott. italiano
introduce: prof. Otello Ciavatti [Università Primo Levi, Bologna]
ingresso: €6,00

KES, il secondo lungometraggio di Ken Loach, giovedì 17 OTTOBRE, aprirà il percorso dedicato alla scoperta dei primi lavori del regista britannico che più di tutti ha saputo narrare degli ultimi, degli invisibili. Adattamento del popolare racconto di Barry Hines, ‘A Kestrel for a Knave‘, è la storia di un ragazzino che vive un presente miserabile in una piccola cittadina del nord dell’Inghilterra, vessato in famiglia e a scuola. L’unico orizzonte di senso si presenta nella fuga in una dimensione altra, i lunghi pomeriggi passati nei boschi ad addestrare un piccolo falco e nel supporto di un insegnante, Mr Farthing, che in lui intravede una sensibilità e una maturità incomprese.

SINOSSI
Il quindicenne Billy Casper (David Bradley) ha difficoltà di apprendimento a scuola, non è compreso dagli insegnanti, ha problemi con i coetanei e subisce le angherie del fratellastro Jud (Freddie Fletcher). Trova il suo riscatto umano quando cattura un falchetto, che ammaestra con dedizione e amore ma, per ripicca, l’animale verrà ucciso dal suo fratellastro.

«”Kes” é alle basi del neorealismo loachiano. Dopo aver realizzato una serie docu-drammatica in 10 episodi per la BBC, Ken Loach adatta il romanzo “A kestrel for a knave” di Barry Hines. Cerca gli attori a Barnsley, nello Yorkshire. Adotta David Bradley come Billy perché timido per natura, parla il dialetto dello Yorkshire e ha la corporatura simile a quella di un’uccello. Loach per non interferire con il gioco degli attori utilizza delle focali lunghe o medie.

Gli attori hanno ampio spazio per l’improvvisazione. La scena della partita di calcio nuoce al ritmo del racconto ma è stata montata perché autentica e in gran parte improvvisata. Loach non dà la sceneggiatura agli attori e quando Billy piange con “kes” morto tra le mani lo fa per davvero perché crede che gli hanno ucciso il suo falco. In verità Ken Loach aveva preparato due uccelli. I dialoghi sono spesso proposti in piano sequenza o in panoramica e molto poco in campo contro campo. Ken Loach non vuole nuocere ai legami autentici tra gli attori posizionando la telecamera tra di loro.


In “Kes” la scuola é rappresentata come il luogo di violenza istituzionalizzata. I maestri, volontariamente o no, ne sono i garanti. Da generazioni ereditano le stesse punizioni. Billy, ben sapendo l’avvenire nero che lo attende, trova rifugio in un falco, Kes, che gli dà la giusta emancipazione e libertà che non trovava nel rapporto con le persone. Kes gli dà un rapporto con gli adulti che prima non aveva. Dopo aver presentato il falco in classe, Billy é trattato bene. Il buon professore lo viene a trovare mentre addomestica Kes, il macellaio gli dà il cibo per l’uccello. Tutto gli va bene, fin quando il fratello gli mostra la cattiveria umana.


Kes indica la giusta strada da seguire nell’educazione. Il metodo educativo di Billy consiste nell’ascolto dell’uccello allora che l’educazione scolastica consiste nella punizione e nella normalizzazione. Ma il fratello non lo ascolta e l’uccide. La società che attornia Billy non ha capito la ricchezza dell’ascolto. Billy entra crudelmente nel mondo degli adulti.» [mymovies.it]

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