EMA di Pablo Larraín al Cineclub Bellinzona

Seducente, perverso, indimenticabile! Presentato in concorso alla 76ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, EMA di Pablo Larraín (Jackie, Neruda, Il Club) aprirà la programmazione di ottobre del Cineclub Bellinzona di Bologna!

Giovedì 1 ottobre, ore 20:30
EMA di Pablo Larraín

Cile | 2019 | 102′
lingua originale, sott. italiano
trailer: https://youtu.be/MnbLk6HStEM

introduce: Alessandro Dall’Olio [Presidente della Cooperativa dello Spettacolo, TaG, Teatro a Granarolo]


INGRESSO
Biglietto ONLINE (posto assicurato): €6,00 [+ 0,60 di commissione da parte del gestore del sistema di vendita] -> https://bit.ly/333MyTI

Biglietto in CASSA
intero: €6,00 
ridotto: €5,00 [Card Cultura, Studenti Universitari, Soci MetroPolis, AssoDoc, abbonati Arena del Sole]

«Ema è una forza della natura. Ema vive, ama, danza e parla come le pare. Ema vuole una famiglia e allora se ne fa due, tre… quante vuole. Ema crea, distrugge e si prende tutto ciò di cui ha bisogno, anche quando forse non lo sa di cosa ha bisogno. Ema è il fuoco e l’acqua insieme, il sole e la luna, la notte e il giorno. […]

Ema «appartiene a una generazione che balla senza alcuna vergogna» dice il regista. Le danze sensuali per le strade e i tetti di Valparaíso, il sesso senza alcun tipo di restrizione morale o sociale, la percezione sfrenata e libera delle relazioni – e la mancanza di ogni forma di soggezione nei confronti delle istituzioni (scolastiche, sociali, familiari) ne sono la dimostrazione – rendono la protagonista metafora di un’espressione diversa e nuova del sé. Un modo di pensare e agire che mette in discussione non tanto il sistema inteso come sovrastruttura che regola un apparato, quanto l’idea che non esista un margine entro cui definirsi come individui. Alla generazione di Ema – in Cile ma non solo ­– appartiene la consapevolezza di cosa sia il proprio corpo, di come si usa e di cosa farci. E la danza è una forma (ri)appropriazione di un gesto che è connaturato al pensiero, allo sguardo, alla percezione. Persino il fuoco che brucia i simboli della civiltà e del progresso, che consuma l’altro corpo che sta nel film, quello statale, sembra qualcosa che costruisce, edifica, ripara. Un fuoco che anche quando avvolge un monumento (come in Nocturama di Bertrand Bonello, ma al contrario) diventa l’immagine di una nuova idea di futuro secondo la quale i simboli del passato li elimina non perché se ne sente minacciato, ma perché non ne ha più bisogno.» [Lorenzo Rossi, Cineforum]



CINEMA TEATRO BELLINZONA
Via Bellinzona 6 – BOLOGNA
parcheggio gratuito in cortile interno