CHE FINE HA FATTO BABY JANE? – 60° anniversario

60 anni di ‘CHE FINE HA FATTO BABY JANE’!
Un capolavoro tra vita reale e mondo dell’immaginario, dove Il mélo-horror si distribuisce in un crescendo rossiniano. Dall’omonimo romanzo di Henry Farrell, il film di Robert Aldrich entrato nella storia e nel culto grazie all’interpretazione di Bette Davis e Joan Crawford: ‘What Ever Happened to Baby Jane?’

Giovedì 17 marzo, ore 20:30
CHE FINE HA FATTO BABY JANE?
(What Ever Happened to Baby Jane?)
di Robert Aldrich [USA/1962, 133′]


vers. originale, sott. italianoBIGLIETTI: €6,00/5,00
PRENOTA l’ingresso: https://bit.ly/3mAtB3u

Scivolata nell’oblio dopo un’infanzia da enfant prodige, l’alcolizzata e instabile Jane Hudson (Bette Davis) tormenta la sorella Blanche (Joan Crawford), ex stella del cinema costretta al ritiro a causa di un incidente e della conseguente paralisi alle gambe. L’incontro con il pianista Edwin Flagg (Victor Buono) spinge Jane a progettare un utopico ritorno in scena: la disillusione scatena una follia che condurrà alla tragedia. 

Se è vero che il sadico e il masochista prima o poi sono destinati a uscire insieme, allora l’incontro dell’irruente, indomabile (e perfida con chi contrasta la sua volontà) Bette Davis con l’insinuante, ambiziosa, passivo-aggressiva Joan Crawford era davvero scritto nelle stelle. Ed era inevitabile che un geniale dinamitardo dei generi cinematografici come Robert Aldrich pensasse alle due massime star del cinema classico per un film sul potere distruttivo di Hollywood dopo il quale non c’è più molto da dire.


Una casa da gotico americano che e’ gabbia per tigri, per canarini e trappola per topi, in cui Robert Aldrich orchestra una lotta col doppio, vittima/carnefice, non meno ambigua di quella tra Gary Cooper e Burt Lancaster in “Vera Cruz”, ne’ meno violenta di quella tra Lee Marvin ed Ernst Borgnine ne “L’imperatore del nord”. Qui, in “Che fine ha fatto Baby Jane”, l’ex bambina prodigio Bette Davis di doppi ne ha addirittura due: la propria sorella che giungera’ al successo dopo che lei l’ha perso, e la bambola, moltiplicata in centinaia di esemplari per i suoi fans, con le sue fattezze di stucchevole angioletto dai boccoli biondi. Canzoncine, balletti, letterine al padre. Ce n’è per distruggere l’equilibrio psichico e il corpo di chiunque. E Bette Davis, a cui il coraggio di infierire sul proprio aspetto, se il personaggio lo richiede, non è mai mancato non si tira indietro: la sua Jane piega il volto a una maschera grottesca da clown delirante e alterna nel gestire esagitazione e modi manierati.

Una prova di attrice tra le più potenti viste sullo schermo, a cui corrisponde, con intelligente contraltare, la recitazione “in levare”, elegantemente trattenuta, sottilmente e masochisticamente aggressiva di Joan Crawford.
Leggendario l’odio sul set (e fuori) tra le due protagoniste, che Aldrich controlla e sfrutta in una lezione di regia, di tensione e di progressione drammatica, che in 130 minuti di soffocante claustrofobia non lascia respiro allo spettatore. Fino alla chiusura del cerchio nel cerchio del finale, in cui, fuori della casa-tana opprimente e protettiva tutto è compreso e tutto è perduto. [IVAN CIPRESSI]

CINEMA TEATRO BELLINZONA
Via Bellinzona 6 – BOLOGNA
parcheggio gratuito in cortile interno